Costruire protesi in Marocco è stata una bellissima esperienza ma, dopo aver donato 15 nuove “gambe”, è arrivato il momento di procedure nel nostro viaggio e prepararci ad affrontare una delle sfide più grandi per ogni velista: attraversare l’Oceano Atlantico.
Per prima cosa abbiamo dovuto portare Imagine, il nostro Lagoon 410, alle Canarie, dove ci siamo presi cura di revisionare ogni dettaglio a bordo, in modo da evitare di trovarci in situazioni pericolose nel mezzo dell’Oceano. Ogni singolo centimetro della barca è stato sottoposto ad un check accurato, a partire dall’albero e finendo con le due rampe. Non appena il tempo è diventato abbastanza stabile per partire, abbiamo fatto l’ultima spesa e riempito la dispensa… credetemi, non abbiamo mai visto uno scontrino più lungo in vita nostra!!!
Il 5 Dicembre, dopo un’ottima ultima bistecca per pranzo, abbiamo lasciato le sicure acque del porto di Las Palmas diretti ai Caraibi: un’emozione difficile da descrivere ci ha sopraffatto. Un misto di tensione, adrenalina, rispettosa paura e curiosità tipiche solo della vigilia di un grande evento. Ci siamo guardati negli occhi, abbiamo dato un’ultima affettuosa carezza ad Imagine e abbiamo rizzato le vele: 2800 miglia, blu senza fine, onde, sole, e vento ci stavano aspettando.
I primi 7 giorni di viaggio sono stati un calmo approccio all’attraversata: dopo aver deciso per una rotta a sud-ovest, abbiamo issato lo spinnaker spinti da un vento moderato che soffiava nelle vele, accompagnati da un sole caldo di giorno e da notti miti e calme. Veleggiando ad una velocità media di 6 nodi, tutto faceva sperare di arrivare ai Caraibi prima di Natale. Imagine si è comportata in modo magistrale, muovendosi calma e decisa tra le onde. Ogni giorno gruppi di delfini venivano a farci visita e a giocare con la barca, forse incuriositi da quale splendido enorme pesce arancione stesse nuotando là fuori, e non penso di sbagliarmi a dire che anche Imagine si è divertita a giocare con loro!
Quasi in fronte a Capo Verde, il vento ci ha lasciati e abbiamo deciso di andare un po’ a motore nell’attesa che rinfrescasse presto. Dopo due giorni a motore però, incerti di cosa ci attendeva e conservativi nell’uso delle riserve di diesel a bordo, abbiamo deciso di spegnere semplicemente tutto e aspettare che il vento tornasse. E’ stato un momento incredibilmente magico! Bloccati nel mezzo dell’Atlantico, l’acqua liscia come olio, abbiamo potuto giocare con una tartaruga gigante, pescare deliziosi Mahi Mahi con la canna e guardare film di notte come al cinema, semplicemente coperti da una cortina di stelle. Due giorni sono trascorsi in questa calma e l’immagine di un piccolo Lagoon arancione addormentato nel mezzo dell’Atlantico resterà per sempre nei nostri cuori.
La mattina del 17 Dicembre il vento è tornato a bussare alla nostra porta, ma questa volta senza troppe cortesie: 5, 6,7 Beaufort da poppa, onde alte e mare incrociato senza più alcuna possibilità di issare il tanto amato spinnaker. Spinta solo da mezza randa, Imagine saltava, correva, surfava sulle onde e brontolava rumorosa ma forte e stabile, lottando onda dopo onda. Non potevamo comprare barca migliore!!! Anche noi due ci siamo abituati presto alla nuova situazione senza farci bloccare nelle nostre attività quotidiane, dormendo 3-4 ore a testa di notte, cucinando, controllando il meteo, leggendo e tenendo sempre d’occhio ogni dettaglio a bordo. Presto sono arrivati anche i primi temporali, soprattutto notturni, e abbiamo dovuto spesso timonare e stare all’erta, ma ha funzionato tutto alla grande!
Unico neo in tutta la storia è stato che i quattro giorni di calma piatta ci hanno precluso la possibilità di arrivare a Santa Lucia per Natale, ma abbiamo festeggiato comunque una Vigilia stupenda , ripagati dal più grosso Mahi Mahi che abbiamo pescato in tutto il viaggio, una gran cena, regali e persino da un albero di Natale (ovviamente decorato durante percorso!).
Il 27 Dicembre, alle prime luci dell’alba, abbiamo intravisto all’orizzonte il profilo di Santa Lucia: con 2873 miglia e l’Oceano Atlantico alle nostre spalle abbiamo potuto festeggiare. Noi due ed Imagine ce l’avevamo fatta! VI chiederete come ci si sente? Come dopo aver attraversato un Oceano… non ci sono alter parole per descriverlo! Wow, ce l’avevamo davvero fatta! Per prima cosa abbiamo lavato la nostra Imagine, ricoperta da una crosta di sale come solo i migliori chef sanno preparare. Pochi giorni dopo abbiamo subito iniziare a raccogliere informazioni ed incontrare i futuri pazienti, aiutati dal Ministero della Salute di Santa Lucia, ma di questo scriveremo presto.
Attraversare l’Oceano è stata una delle esperienze più forti della nostra vita! Abbiamo acquisito, sempre che sia possibile, ancora più fiducia l’uno nell’altro e soprattutto nella nostra Imagine. Non abbiamo mai rimpianto, nemmeno per un secondo di averla comprata. Abbiamo invece ringraziato per avere una barca così stabile, affidabile, facile da manovrare, ottima per viverci e incredibilmente bella per veleggiare! Ma adesso è arrivato il momento di lavorare e portare un po’ di speranza anche qui: la felicità può attraversare gli oceani e arrivare ovunque!